5.2. Dimensioni e numero dei canili; distribuzione sul territorio e bacino d’utenza

Sia il servizio di canile sanitario che quello di canile rifugio dovrebbero essere ben distribuiti sul territorio,

per garantire un’adeguata vicinanza del servizio al cittadino. In ogni Provincia devono pertanto esistere

entrambi i servizi, fatte salve le seguenti peculiarità.

Canile sanitario

Il canile sanitario di riferimento per ogni Comune deve sempre essere all’interno della Provincia

d’appartenenza, sia per esigenze di iscrizione anagrafica dei cani catturati (che deve essere eseguita dalla

ASL territorialmente competente) che per consentire tempi accettabili di intervento nel servizio di pronto

soccorso.

E’ preferibile che in ogni ASL sia identificato un solo canile sanitario (o comunque un numero limitato, in

caso di contesti territoriali disomogenei o molto estesi): in tal modo è possibile garantire la massima

concentrazione di strutture, attrezzature e attività di formazione del personale, ed aumentare l’efficienza

delle attività veterinarie. Le dimensioni del canile sanitario ed il numero dei posti disponibili devono essere

proporzionali al numero di ricoveri ed interventi programmati a cadenza mensile.

Disposizioni transitorie

Alcuni requisiti strutturali previsti dal DPGR 1/99 per il canile sanitario sono obiettivamente onerosi da

realizzare e in alcuni casi superati tecnicamente. Nel caso in cui nel territorio di una ASL non fosse

disponibile nessuna struttura completamente rispondente ai requisiti richiesti, dovrebbe essere individuata

ed autorizzata temporaneamente quella maggiormente aderente ai requisiti strutturali e funzionali richiesti.

In ogni caso, affinché un canile sanitario possa essere effettivamente autorizzato come tale, non è possibile

derogare all’esistenza almeno dei seguenti requisiti:

1. Strutture ambulatoriali, con sala operatoria riscaldata e attrezzata a norma di legge, separata dalla sala

visite;

2. Locali di risveglio adiacenti alla sala operatoria, esclusivamente adibiti a tale scopo; devono essere

chiusi e riscaldati, con pavimenti e pareti lavabili e disinfettabili;

3. Box di isolamento, in numero adeguato, per l’esecuzione dei trattamenti per l’echinococcosi;

4. Locali di isolamento per i pazienti infettivi o morsicatori.

Canile rifugio

Il canile rifugio dovrebbe essere ubicato ragionevolmente vicino al Comune di riferimento; può essere

situato nella provincia di appartenenza o nel territorio di un’altra provincia a patto che si trovi, salvo reali

impedimenti logistici non altrimenti superabili, nel raggio di 50 chilometri dal Comune.

Secondo le disposizioni del DPGR 1/99 (Art. 11), un canile rifugio dovrebbe avere dimensioni comprese tra

un minimo di 150 ed un massimo di 250 cani ricoverati, e supportare un bacino di utenza medio di 100-

150.000 abitanti, vale a dire un fabbisogno di posti-cane da un minimo di dieci a un massimo di 25 ogni

10.000 abitanti.

Un canile rifugio di dimensioni simili a quelle descritte deve avere superfici aperte (recinti) coperte da

manto erboso o comunque tali da simulare un ambiente naturale, destinate alla movimentazione dei cani

ricoverati, di almeno 5.000 metri quadri.

Idealmente, i recinti dovrebbero essere suddivisi in sub-unità funzionalmente collegate ai ricoveri, in modo

da consentire la liberazione dei cani per gruppi, anche contemporaneamente, senza turbare la serenità

degli altri cani che nello stesso momento restano in box. A tale scopo, la progettazione dei recinti deve

tener conto dei seguenti dati:

o recinzioni singole di almeno 800-1000 metri quadri ciascuna;

o disponibilità di tempi di almeno 20-30 minuti per gruppo;

o dimensioni dei gruppi di cani da liberare contemporaneamente nello stesso recinto: massimo 20-30

unità (a seconda degli operatori disponibili e della tipologia dei cani).

Sono da evitare i canili di dimensioni molto grandi, nei quali è difficile garantire la serenità ambientale

necessaria per le attività ricreative e le adozioni. E’ indesiderabile anche la costituzione di canili troppo

piccoli, che comportano disseminazione di un numero elevato di strutture e aumento eccessivo dei costi

del personale.