11. TUTELA DEI GATTI
La normativa non contempla la lotta al randagismo del gatto, non è quindi prevista la cattura dei gatti
vaganti; i riferimenti normativi esistenti disciplinano solo la gestione delle colonie feline.
Per “colonia felina” si intende un gruppo di gatti vaganti (liberi) che vive stabilmente in un luogo pubblico o
aperto al pubblico; é di norma vietato spostare i gatti dall’habitat in cui si trovano, ed è vietato maltrattare i
gatti che vivono in libertà;
Cattura e prelievi: il prelievo dei gatti dall’ambiente in cui si trovano può essere effettuato esclusivamente
se finalizzato alla sterilizzazione o al ricovero per motivi sanitari. Le operazioni di prelievo possono essere
condotte dagli stessi volontari che accudiscono le colonie, nell’ambito delle attività concordate dal Comune
e dalla ASL.
I gatti non possono essere mantenuti all’interno di gattili oltre il tempo necessario per la loro cura.
Sterilizzazioni: i Comuni, tramite le Associazioni o cittadini volontari, devono censire e gestire le colonie
feline; per impedire un incremento numerico dei felini concordano con le ASL appositi piani di
sterilizzazione.
La ASL esegue gli interventi (Art. 14 L.R. 21/94) su richiesta dell’amministrazione Comunale nell’ambito del
piano annuale di sterilizzazione (v. cap. 7). Le sterilizzazioni dei gatti randagi eventualmente condotte dai
Comuni o da Associazioni di volontariato, mediante strutture private, devono avvenire con l’autorizzazione
della ASL.
I gatti delle colonie feline sottoposti a sterilizzazione devono essere identificati mediante il tatuaggio della
lettera “S” nel padiglione auricolare sinistro, e successivamente riammessi nel gruppo d’origine.
Eutanasia: con l’esclusione della fattispecie della pericolosità, relativamente rara in questa specie,
valgono le considerazioni espresse sull’eutanasia nel capitolo 10.
12. FORMAZIONE E INFORMAZIONE
L’attività di formazione e informazione è determinante nella promozione di comportamenti appropriati, e a
medio e lungo termine costituisce una delle attività più utili ed efficaci nella prevenzione del randagismo.
Attraverso l’Assessorato all’Igiene e Sanità, la Regione indirizza l’attività formativa e divulgativa in modo
uniforme in tutto il territorio regionale.
La lotta al randagismo necessita pertanto di attività formative differenziate nei confronti di diversi
destinatari.
12.1. Veterinari
In collaborazione con i Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, e avvalendosi anche della collaborazione di
Istituto Zooprofilattico e dell’Università, la Regione organizza un programma di eventi formativi
specificatamente indirizzati ai veterinari pubblici impegnati nel controllo del randagismo e nell’igiene urbana
veterinaria. I corsi devono prevedere tecniche formative generali (formazione per formatori), al fine di
creare una rete di formatori specializzati, disponibile sul territorio per l’implementazione degli altri eventi
formativi.
Le materie comprese nei piani formativi annuali devono comprendere almeno i seguenti approfondimenti:
o Malattie infettive e parassitarie: prevenzione delle zoonosi
o Biosicurezza e igiene delle strutture di ricovero per piccoli animali
o Etologia e medicina comportamentale
o Chirurgia e anestesia
o Approfondimenti normativi
o Tecniche di comunicazione e di divulgazione
La partecipazione ai corsi può essere estesa ai veterinari liberi professionisti, con priorità per quelli titolari o
dipendenti di strutture veterinarie autorizzate nel territorio regionale.